
24 giugno, 2022
Il mondo sta affrontando un'imminente crisi alimentare. Clima estremo, siccità, effetti della pandemia e della guerra portano un crescente numero di persone a lottare contro la fame.
Le 5 cause della crisi alimentare globale
Cosmas osservava la piccola Emiliana, di soli sei mesi. Con i suoi occhi enormi e le sue ossa minuscole, sembrava essere molto più minuta della sua vera età.
La siccità aveva devastato le provviste della Tanzania, lasciando questa bimba gravemente malnutrita. Una volta, il suo villaggio era noto per i raccolti abbondanti. Non succede ormai da molto tempo.
Senza un lavoro stabile a causa dell’aridità dei campi, suo papà non poteva rispondere ai bisogni di Emiliana e suo fratello. “Ero sopraffatto da quanto vedevo, questa famiglia era allo stremo”, racconta Cosmas, operatore Compassion.
Il nostro fragile mondo sta affrontando un’imminente crisi alimentare globale. Tra clima estremo e siccità, tra effetti della pandemia e guerra, l’aumento dei prezzi del cibo causa una grave insicurezza alimentare per tante, troppe persone.
L'insicurezza alimentare si verifica quando manca l’accesso regolare a cibo nutriente. Se una persona non mangia per diversi giorni, rischia la fame estrema.
Per i bambini, l’insicurezza alimentare è devastante. La piccola Emiliana ha subito una grave perdita di peso come conseguenza della malnutrizione. Se non si agisce in fretta, la malnutrizione può influenzare in modo permanente la crescita di un bambino.
Quando l'insicurezza alimentare è diffusa e non vengono presi provvedimenti, si arriva alla carestia, ovvero la totale mancanza di accesso al cibo. In una carestia, più del 30 per cento della popolazione è malnutrita e le persone iniziano a morire di fame, come spiega il World Food Programme.
Ma cosa sta causando la crisi alimentare globale? Ecco cinque motivi a cui stiamo assistendo.
“I conflitti sono la principale causa della fame a livello globale. I conflitti distruggono famiglie, comunità, infrastrutture, sistemi alimentari e intere regioni”, spiega Santiago Jimmy Mellado, presidente di Compassion International.
Ogni sera 811 milioni di persone vanno a letto affamate. Il numero di persone che affrontano una grave insicurezza alimentare è raddoppiato, da 135 milioni a 276 milioni, negli ultimi due anni.
Per la filiera alimentare globale, Russia e Ucraina rappresentano quasi il 30% del grano mondiale, oltre a orzo, olio di semi di girasole e mais – fondamentali per l’alimentazione di miliardi di persone. Questa guerra sta portando il nostro pianeta alla fame di massa, spiega The Economist.
Inoltre, Russia e Bielorussia sono tra i principali produttori di potassio, usato come fertilizzante. Gli agricoltori di tutto il mondo sono colpiti. Con il blocco delle esportazioni e la stagione della semina in Ucraina colpita dai combattimenti, un’enorme fornitura di cibo mondiale è intrappolata.
Questa situazione colpisce duramente i Paesi in via di sviluppo che dipendono dalle importazioni di cibo.
Il cibo è diventato improvvisamente costoso, così come il carburante. Per determinati prodotti, i prezzi sono aumentati fino al 66%, secondo stime Nazioni Unite. La guerra Russia-Ucraina sta peggiorando il livello dell’inflazione, rendendo ancora più difficile acquistare cibo a prezzi decenti.
Nell’Africa subsahariana il 40% dei risparmi delle famiglie è usato per comprare il cibo, mentre ad Haiti la percentuale arriva al 60%.
Con l’aumento del costo del cibo, famiglie e bambini rischiano letteralmente la morte.
L'aumento dei prezzi dei generi alimentari sta avendo effetti devastanti sui più poveri e vulnerabili.
Il clima estremo – dagli uragani alla siccità – sta aumentando la fame nel mondo, riducendo e devastando i raccolti.
Molti degli abitanti dei Paesi più poveri sopravvivono solo grazie all’agricoltura di sussistenza. Questo significa che, senza raccolto, non c'è nulla da mangiare.
L’Africa orientale è in preda a una grave siccità, dopo tre anni di piogge scarse. Immagina cosa accadrebbe alla tua vita: tre anni di reddito spazzati via perché non ha piovuto.
L'impatto della pandemia ha causato un aumento della povertà. Il risultato dei blocchi e delle produzioni ha lasciato 1 persona su 8 in condizioni di grave insicurezza alimentare. Dopo due anni, milioni di famiglie lottano per portare il cibo a tavola.
“Quando mia mamma non riusciva a trovare del cibo per noi, dormivamo a stomaco vuoto”, dice Emmanuel, 11 anni, in Togo.
“Ciò che ci manteneva in vita era la speranza che avremmo trovato qualcosa da mangiare il giorno dopo”
In mezzo a questa crisi crescente, gli oltre 8.500 centri per l’infanzia stanno già servendo i bambini e le loro famiglie, ascoltando i bisogni e rispondendo con aiuto.
In Tanzania, alla famiglia di Emiliana sono stati immediatamente consegnati pacchi alimentari e latte artificiale. Il risultato è incredibile.
“In poco tempo Emiliana si è ripresa e oggi riesce a stare seduta da sola. Non pensavo che sarebbe stata in grado di farlo”, racconta Amos, suo papà.
I nostri operatori non stanno solo aiutando Emiliana, ma stanno fornendo aiuto nei Paesi più vulnerabili del mondo. La risposta è duplice: soddisfare subito i bisogni urgenti mentre lavoriamo per una soluzione sostenibile per aiutare a fermare la fame.
Insieme alle nostre chiese partner:
Le chiese locali sono il nostro alleato anche in questa crisi, perché conoscono i più sofferenti nei villaggi, sono presenti da anni sul posto e rimarranno a lungo, anche dopo questa crisi!
Grazie al sostegno a distanza aiuterai i nostri operatori e i volontari delle chiese locali a prendersi cura delle vite dei bambini che vivono in povertà.
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