Che succede quando una bimba è sostenuta a distanza?

Per 18 mesi, Helena ha pregato per un sostenitore. Guarda il commovente momento in cui scopre che qualcuno ha scelto di sostenerla!


Helena Asti, 8 anni, vive su una piccola isola indonesiana. Ogni mattina si sveglia all’alba: ancora assonata, riassetta le coperte del suo letto.

Mentre il sole sorge, si avventura a piedi nudi nella giungla. Insieme ai suoi genitori, va alla ricerca del pasto della giornata: un po’ di manioca e patate dolci.

“Nostra figlia è una benedizione da parte di Dio”, ci racconta la mamma Marta. “È una brava bambina, ci aiuta sempre”.

Fransiskus, il papà di Helena, si guadagna da vivere coltivando verdure e banane. È un lavoro duro e insicuro: dopo lunghe e faticose giornate, il guadagno è scarso.

“Siamo gravati da un grosso debito e non sappiamo quando riusciremo a ripagarlo” racconta Marta. Davanti ai bambini cerca di nascondere le sue paure sul futuro della famiglia, ma a volte la sua angoscia è ben visibile sul suo viso. Helena, intelligente e curiosa, se ne accorge sempre.

Quando sono preoccupata, Helena mi dice: "Non preoccuparti, mamma, andrà tutto bene". Poi mi dà un bacio e mi abbraccia.

“Helena ha una fede semplice e forte. Abbiamo tante difficoltà, dipendiamo solo da Dio”, racconta il papà Fransiskus.

Dopo il lavoro nei campi, Helena torna a casa e si prepara per la scuola. È emozionata, perché sa che dopo le lezioni andrà al centro Compassion, gestito dalla chiesa locale. “Quello che mi piace di più al centro sono i libtri, perché amo leggere”, dice con un sorriso.

Naumi, la sua insegnante al centro Compassion, è colpita dai suoi progressi. “È una bambina molto intelligente. Sa già leggere e scrivere ed è molto creativa”.

Al centro, Helena e le sue amiche amano cantare e giocare insieme. Ma c'è una cosa a cui Helena non può ancora partecipare. Quando Naumi consegna le lettere dei sostenitori, Helena si siede. È triste e silenziosa: “Il mio cuore è triste perché non ho ancora un sostenitore che pensi a me” ci dice a bassa voce.

Ha dovuto aspettare 18 mesi prima che un sostenitore decidesse di aiutarla.

"Ogni volta che mi dice: Perché non ho un sostenitore come gli altri bambini? Le dico di avere pazienza, perché Dio provvederà”, racconta Marta.

Helena sa già cosa scrivere al suo sostenitore: “Gli parlerei della mia famiglia e delle benedizioni che ho ricevuto nella vita”.

Il suo sogno è lo stesso di Yelu, responsabile del centro Compassion gestito dalla chiesa locale: "Credo che un giorno tutti i nostri bambini saranno sostenuti. Dio sa come toccare i cuori delle persone”.

Un giorno, qualcuno bussa alla porta di Helena. È Kornelis; sta sorridendo. Ha qualcosa di importante da dire alla famiglia. Helena, Fransiskus e Marta siedono di fronte a lui, confusi. “Oggi c'è un motivo per gioire”, spiega. “Perché Asti, c’è una sostenitrice per te”.

Per un momento, Helena resta in silenzio. Poi, si commuove, mentre le lacrime iniziano a rigarle il viso. Stringe a sé la foto della sua sostenitrice, grata a Dio perché il suo momento è arrivato!

La voce di Marta è rotta dall’emozione: “Mia figlia è così felice di essere parte del programma di Compassion. Sono così orgogliosa di lei. Non merito tutto questo, ma Dio ha risposto. Non avrei mai immaginato di poter vivere questo momento, sono commossa!”

“I bambini si sentono vicini ai loro sostenitori”, spiega Kornelis. “Quando leggono le lettere dei loro sostenitori, si sentono speciali. Puoi pensare che siano solo lettere, ma sono molto di più: creano un forte legame con i bambini”.

Helena non può smettere di sorridere, mentre legge la lettera della sua sostenitrice. Alla fine, la sua attesa è finita.


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