Nonostante il Paese stia vivendo un periodo di crescita, le disparità e disuguaglianze sono ancora forti in Perù. La povertà colpisce quasi un terzo della popolazione e gli abitanti delle zone rurali non hanno accesso a risorse e servizi di base. Nelle regioni andine, oltre il 55% delle persone vive in povertà.
Il Perù si sta ancora riprendendo dalla guerra civile tra forze governative e guerriglie dei gruppi Sendero Luminoso e del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru. Come conseguenza, circa 100.000 persone hanno dovuto fuggire dai loro villaggi – soprattutto dalle Ande e dalle regioni amazzoniche. Nonostante questi gruppi armati siano oggi indeboliti, la violenza è ancora un problema in Perù.
Nel 2013, il Perù ha superato la Colombia come principale mondiale di foglie di coca – la materia prima da cui si estrae la cocaina. Nelle vallate andine, molti agricoltori fanno affidamento sulla coltivazione di coca come unica fonte di reddito, dipendenti dai trafficanti di droga per il loro sostentamento.
Il governo ha attuato un programma di eradicazione della coca, senza però offrire soluzioni alternative. Molti contadini continuano dunque nella produzione di coca, spostando le coltivazioni nei più remoti angoli delle Ande per sfuggire ai controlli.
Gli investitori stranieri, attratti da condizioni favorevoli, sono interessati a sfruttare le ricchezze minerarie del Perù. Tuttavia, le autorità hanno dovuto affrontare l'opposizione nelle zone rurali. Gli indigeni delle Ande e dell’Amazzonia sono convinti che miniere, dighe e pozzi di petrolio distruggeranno le loro terre, senza ricadute positive per la popolazione.
Nel giugno 2009, le proteste furono segnate dalla violenza: 33 persone rimasero uccise e 200 ferite quando la polizia aprì il fuoco sugli indigeni che protestavano contro lo sfruttamento delle loro terre.
L’antico Perù fu la sede di diversi imperi Incas, fino all’arrivo dei conquistatori spagnoli nel 1533. L’indipendenza peruviana venne dichiarata nel 1821.
A seguito di un lungo periodo di dittatura militare, il Perù tornò alla demozia nel 1980, continuando però a sperimentare problemi economici e rivolte violente. L’elezione del presidente Alberto Fujimori nel 1990 inaugurò un periodo di lotta contro le guerriglie, ma una crisi interna al Paese – dovuta a gravi casi di corruzione – causò le sue dimissioni nel 2000.
Successivamente, Alejandro Toledo Manrique fu eletto come presidente – il primo capo di governo di etnia indigena, democraticamente eletto.
Il clima del Perù ha due stagioni principali: stagione umida e stagione secca, anche se le condizioni meteorologiche variano molto a seconda della regione geografica. La temperatura è in gran parte influenzato dall’altitudine: più ci si avvicina alle Ande, più le temperature sono fredde.
Il Perù è noto per la sua cucina traduzionale. I piatti tipici sono differenti da regione a regione, ma sia sulla costa che sugli altopiani sono spesso composti da zuppe e riso. I frutti di mare sono tipici delle zone costiere, mentre carne, mais e patate sono frequentemente consumati nelle zone di montagna.