Nel 2009 si concluse la decennale guerra civile, dopo la sconfitta delle forze separatiste da parte delle forze governative. Durante la guerra (durata 26 anni) circa 100.000 civili rimasero uccisi durante gli scontri tra le parti.
Oltre 460.000 persone fuggirono dal Paese per trovare riparo dalla guerra: gran parte di loro è ritornata in Sri Lanka, ma molti continuano a vivere in strutture di emergenza.
Lo Sri Lanka si sta ancora riprendendo dallo tsunami del 2004, che uccise più di 30.000 persone, causando al tempo stesso 20.000 feriti e distruggendo 100.000 abitazioni. Lo tsunami causò ingenti danni alle infrastrutture: la ricostruzione è ancora in corso in molte zone di tutto il Paese.
Lo Sri Lanka è Paese di partenza e destinazione di uomini, donne e bambini vittime dello sfruttamento lavorativo e sessuale.
Molti uomini dello Sri Lanka emigrano verso Golfo Persico, Medio Oriente e Asia orientale con l’obiettivo di lavorare come operai edili, domestici o operai in fabbriche di abbigliamento, ma spesso si ritrovano vittime di sfruttatori senza scrupoli.
L’isola dello Sri Lanka, ex Ceylon, è abitato da due gruppi etnici – singalesi e tamil – arrivati nel Paese dall’India tra il 6° e il 3° secolo a.C.
Fino all’arrivo dei coloni europei, i singalesi e i tamil erano il lotta per il controllo dell’isola. Il Paese era diviso in due: il nord era controllato dai tamil (di religione induista), mentre il sud era prevalentemente sotto la sovranità buddista singalese.
La prima potenza coloniale ad arrivare sull’isola fu il Portogallo nel 1505. L’olandese Compagnia delle Indie, ne prese successivamente possesso dal 1658 al 1796. Dopodiché, il controllo fu preso dagli inglesi, a partire dal 1802. I britannici realizzarono piantagioni di caffè e tè come base per le esportazioni – per oltre un secolo e mezzo. Il 4 febbraio 1948, dopo pressioni dei leader nazionalisti singalesi, Ceylon guadagnò uno status di autonomia all’interno del Commonwealth britannico.
Ceylon cambiò nome nel 1972, diventando Sri Lanka: le tensioni tra la maggioranza singalese e separatisti tamil si inasprirono, fino alla guerra del 1983.
All’inizio del 2000, la presidente Chandrika Kumaratunga promise di riportare pace nel Paese, ma lei stessa venne ferita in un attacco terroristico. Finalmente, nel maggio 2009, il governo annunciò la fine delle violenze e della guerra.
Lo Sri Lanka ha un clima tropicale, con alternate stagioni delle piogge e stagioni secche. Da maggio ad agosto il monsone Yala porta le piogge nella parte meridionale dell’isola, mentre il monsone Maha soffia da ottobre a gennaio, portando pioggia a nord.
Le regioni costiere hanno una temperatura media di 27 gradi, mentre sulle aree montuose interne (di almeno 500 metri di altitudine) la temperatura media scende a circa 20 gradi per tutto l’anno.
La cucina dello Sri Lanka è influenzata da tradizioni alimentari di diversi Paesi, tra cui Olanda, Portogallo, Gran Bretagna, Paesi Arabi, Malesia e India, garantendo un’ampia e ricca diversità di gusti e sapori.
Il clima tropicale dell’isola favorisce i raccolti di frutta fresca, verdure e spezie che, di conseguenza, sono parte integrante di molti piatti. Il riso è presente in quasi ogni pasto, così come il cocco (fresco, grattugiato o tostato).