
29 maggio, 2023
Sopravvissuta al genocidio in Ruanda del 1994, Christine è orfana. A soli 4 anni vide sua mamma venire uccisa. La sua storia ti donerà ispirazione
25 anni fa la vita di Christine cambiò per sempre. A soli 4 anni vide sua mamma morire in modo atroce. Un colpo di pistola alla nuca.
“L'ultimo ricordo che ho di mia mamma è il suo pianto disperato mentre implorava i suoi assassini di risparmiare la sua e la mia vita. Avevo solo 4 anni e non capivo ancora cosa sarebbe successo dopo la sua morte”, racconta Christine.
Christine fu torturata e anche suo papà fu ucciso.
In Ruanda, nel 1994, in soli 100 giorni, 800.000 persone furono uccise
Dopo anni di tensione tra etnie hutu e tutsi, un bagno di sangue provocò la morte di 75.000 bambini orfani. Christine, di etnia tutsi, venne presto curata da sua zia e sua nonna. Due donne coraggiose, che accolsero tanti altri fratelli e cugini di Christine rimasti orfani.
Il Paese era distrutto. I sopravvissuti lottavano ogni giorno per sopravvivere. Più della metà dei bambini furono costretti ad abbandonare la scuola a causa della povertà.
Non pensavamo alla scuola – pensavamo solo a sopravvivere
spiega Christine. “Ogni giorno di vita era un vittoria. Spesso piangevo, senza neanche sapere perché. Ancora non riesco a dare una spiegazione al male che colpì il mio Paese”.
Ma un giorno, tutto iniziò a cambiare.
Christine fu iscritta al programma di adozione a distanza quando aveva 5 anni. Iniziò a giocare, a disegnare, a ricevere cibo e altri beni di prima necessità. Quel centro Compassion divenne per lei un luogo sicuro dove tornare ad avere gioia.
Christine era sostenuta a distanza da una famiglia che le scriveva sempre lettere piene d'amore.
“Dopo aver visto la mia foto, la figlia dei miei sostenitori mi scrisse che era felice perché vedeva in me una sorella. Si preoccupava per me e mi scriveva parole incoraggianti che non avevo mai letto prima”, ci racconta Christine.
Per la prima volta nella vita, Christine iniziò a sperare in un futuro migliore.
A 14 anni, il pastore di una chiesa locale condivise con lei alcuni versetti della Bibbia che le cambiarono la vita. In quel momento, l'amore di Dio cancellò l'amarezza e la tristezza che intrappolavano il suo cuore.
Christine decise di perdonare gli assassini dei suoi genitori. Decise di abbandonare l'odio che aveva serbato nell’anima per oltre un decennio.
“Iniziai a comprendere il piano di salvezza per la mia vita. Ricordo che incominciai a partecipare alle attività di Compassion con nuova vitalità, perché ero certa che Dio stava guidando la mia nuova vita”.
Col passare del tempo, Christine comprese quale fosse lo scopo della sua vita: fare la differenza nella sua comunità. Dopo anni di impegno e studio, riuscì ad accedere all'Università Nazionale del Ruanda.
Sono passati più di due decenni dal genocidio, ma il Ruanda non sarà mai più lo stesso. Quasi 2 milioni di persone sono state processate per aver partecipato al genocidio. La discriminazione etnica è illegale in Ruanda – per prevenire eventuali tensioni o altri massacri.
Nonostante questo, tra tutsi e hutu c'è ancora diffidenza. Vivono fianco a fianco, ma non dimenticano la storia.
Christine ha scelto di cambiare pagina, non vuole che il suo passato determini il suo futuro.
Oggi ha 29 anni e sta usando la sua testimonianza per far sì che il passato non ritorni. Dopo l’università ha iniziato a lavorare col governo ruandese, occupandosi di protezione di bambini e ragazzi a rischio.
“La mia vita racconta che Dio ha un piano per ognuno di noi. Tutto ciò che dobbiamo fare è lasciarci guidare. E sono certa che Dio abbia usato Compassion per trasformare la mia vita”.
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